Lo straordinario mondo di Dio – Sirmione, festa della beata Benedetta Bianchi Porro

II domenica per annum

Allegato: Messa a Sirmione in occasione della Festa della Beata Benedetta Bianchi Porro

Messa a Sirmione in occasione della festa della beata Benedetta Bianchi Porro
II domenica per annum 2025
Sirmione, domenica 19 gennaio 2025
(Is 62,1-5; 1 Cor 12,4-11; Gv 2,1-12)

“Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»”. A prima vista niente sembra più inutile e faticoso di ciò che chiede il Maestro. Sei anfore di pietra, contenenti ognuna circa un centinaio di litri, significa che per attingere l’acqua bisognava andare al pozzo una sessantina di volte. Andata e ritorno. Ma i servi fanno tutto, magari mugugnando, senza capire il perché. E grazie a questa fatica immotivata e inconsapevole, predispongono al miracolo di Gesù. Dentro un’esistenza che sembra replicare sé stessa stancamente c’è la possibilità che si intravveda qualcosa di nuovo. Anzi di eccitante, come il vino sovrabbondante e di qualità superiore che viene servito non all’inizio, ma alla fine del banchetto, suscitando la meraviglia del maestro di tavola. Trovano conferma le parole attribuite ingenuamente a san Francesco, di cui riflettono lo spirito: “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.
A questo conduce il segno del Maestro. Dinanzi al dramma della rottura della festa di nozze il Maestro pone un gesto che ci fa fiduciosi nel fatto che nessuna condizione è definita una volta per tutte. Ciò richiede almeno tre condizioni. La prima è il riposo. Dopo la fatica il di più è generosamente donato da Gesù. Il di più non dipende da noi, ma viene solo da Dio. Riposare significa predisporsi a questa scoperta che ci aiuta a ritrovare le cose più profonde che spesso giacciono sotto la coltre delle nostre preoccupazioni.
Poi c’è lo stare insieme. Non si festeggia da soli, ma soltanto grazie agli altri. Noi siamo fatti per vivere non isolati, ma in comunità, ciascuno mettendo a disposizione i propri doni. Comprare su Amazon, inebetirsi col porno, farsi venire l’acquolina in bocca vedendo cibi sfiziosi o luoghi fantastici: della triade rivoluzionaria francese il consumismo ha sviluppato in modo abnorme la libertà, confondendola col comprare, a spese della fraternità e dell’uguaglianza.
Infine c’è dopo il riposo e gli altri, Dio stesso. È Lui, il Dio delle nozze di Cana, che ci garantisce che la vita ha un suo sbocco positivo e una compiutezza nonostante le disillusioni. È Dio che si presenta fedele nonostante i nostri limiti. Che più? Soltanto credere e stupirsi sempre di nuovo di essere dentro questa corrente d’amore e di simpatia. In fondo, “l’abilità non sta nell’organizzare una festa, ma nel trovare le persone capaci di trarne gioia” (F. Nietzsche).
Benedetta Bianchi Porro ci sia di ispirazione e di illuminazione su questa strada della vita che chiede di cogliere nell’ordinario più piatto lo straordinario ed effervescente mondo di Dio.

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