Vescovo in corsia per gli auguri ai malati

La visita all'Ospedale di Borgo Trento

Nella mattina di oggi, lunedì 18 dicembre, il Vescovo Domenico ha effettuato una visita natalizia all’Ospedale civile di Borgo Trento per portare gli auguri ai ricoverati. In particolare, mons. Pompili è stato nelle due Uoc di Medicina e Chirurgia Esofago-Stomaco.

Quelli visitati sono pazienti con patologie serie che necessitano di essere seguiti non solo nella fase acuta dell’ospedale,  ma anche una volta dimessi. E l’assistenza domiciliare che serve ai malati di reparti “critici” come questi non è solo sanitaria, spesso è anche di natura spirituale e umana. L’esigenza è emersa proprio nel corso della visita. Per questo è stato proposto al vescovo un coordinamento fra la parte sanitaria ospedaliera e la rete sociale di volontariato che esiste nelle parrocchie.

A condividere la proposta con monsignor Pompili sono stati il direttore generale Callisto Bravi, il direttore sanitario Matilde Carlucci. Insieme a loro, il primario di Chirurgia Esofago e Stomaco, prof Giovanni De Manzoni, con la dottoressa Maria Antonietta Di Cosmo, e il primario di Medicina A, dottor Roberto Castello, con la caposala Paola Perlato. Presenti anche i quattro cappellani ospedalieri, Pierpaolo Valli, Leonardo Fuoco, Hervè Dhado, Arlappa Mundlagiri.

Al termine della visita ai ricoverati, è stata impartita la benedizione ed è stata recitata la “Preghiera di chi sta accanto al malato” nella corsia di Medicina A.

«Questi reparti di eccellenza – ha osservato il Vescovo – sono importanti per le cure e anche per l’impegno ad alleviare il dolore e le sofferenze. Bisogna mettere sempre più energia su questo, verso le cure palliative bisogna avere un atteggiamento più concreto e meno ideologico. La sofferenza del corpo non deve essere senza umanizzazione, per questo è più che mai attuale la lezione di Gesù taumaturgo, che toccava i malati scandalizzando i benpensanti del tempo. Questo rappresenta il cuore del Cristianesimo. Anche se la medicina moderna è sempre più tecnologica, non deve mai mancare il contatto con il malato: con i 5 sensi si crea il contatto fra le persone. Che la vostra professione di sanitari non dimentichi mai la ‘mano santa’ e la dimensione del contatto».

«Sono onorato di aver ospitato oggi monsignor Pompili in Azienda perché stiamo valutando una modalità concreta di collaborazione» ha commentato Bravi. «Una volta dimessi, i pazienti con patologie gravi hanno bisogno di avere un sostegno umano che li accompagni in un momento tanto difficile. I nostri reparti sono di altissimo livello sanitario, noi curiamo il corpo, ma c’è bisogno anche di un sollievo spirituale che può venire dalla rete capillare di persone e associazioni conosciute dalla Curia».

 

 

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