giovedì 22 febbraio

Un “Villaggio delle possibilità” con Adoa

Per costruire insieme comunità più inclusive

Il multiforme mondo votato alla missione “del prendersi cura” promosso da Adoa, in stretta sinergia con L’Ulss9 e con i sindaci dei territori rappresentati dai tre presidenti delle conferenze distrettuali, con il coinvolgimento diretto di enti del terzo settore non profit, dopo anni di riflessione, studio, ricerca ed esperienza nello sviluppo di co-progettualità ad impatto sociale, ha deciso di proporre una sfida di intervento congiunto per il bene di ragazzi, giovani e famiglie per costruire insieme comunità più inclusive là dove i ragazzi e le famiglie vivono: scuole, territorio, associazioni sportive, parrocchie. Un nuovo piano di co-progettazione che mira al supporto continuativo delle persone, delle famiglie e delle comunità territoriali, in particolare sviluppando processi di protagonismo giovanile ripartendo dalle periferie, dai luoghi della prossimità, della socialità di paese, dello sport e del “prendersi cura”, il tutto sviluppato e messo in atto grazie alla costruzione ed al coordinamento di progetti di rete tra le istituzioni ed il terzo settore non profit.

Come spiegato da Tomas Chiaramonte, segretario generale di Adoa, nel corso della conferenza stampa svoltasi all’interno del Salone dei vescovi della curia diocesana, il periodo post-covid ha spinto a proporre un piano di intervento congiunto in tre fasi:

  • La costituzione di un fondo che garantisce un primo ascolto gratuito alle persone bisognose e l’accesso alle cure a chi rischia di non accedervi per problemi economici, di solitudine, di isolamento sociale o di dover attendere troppo tempo prima di poter essere aiutato dai servizi tradizionali, in particolare se residente nei territori periferici. Ciò è stato possibile grazie al coinvolgimento volontario di 13 enti Adoa, peraltro di piccole e medie dimensioni, che si sono autotassati perché ciò fosse possibile e alla raccolta fondi promossa da Adoa.
  • Il coordinamento di un equipe multiprofessionale diffusa composta da un gruppo di specialiste e specialisti già in collaborazione con enti Adoa con esperienza e doti spiccate nella progettazione e nell’attuazione di azioni preventive di supporto diretto a ragazzi, giovani, adulti e caregivers, ma anche a scuole, associazioni sportive, addetti ai lavori e parrocchie al fine di costruire percorsi di co-progettazione e co-gestione territoriali di contrasto alla povertà educativa, di supporto formativo, di attività preventiva e clinica di primo livello, ma anche di protagonismo giovanile a servizio delle comunità di riferimento.
  • La co-progettazione e co-programmazione di azioni concrete tra enti del terzo settore non profit, i sindaci, l’Ulss9, imprenditori e istituti di credito sensibili ed attenti al territorio ed a valorizzare progetti virtuosi che hanno un impatto sociale rilevante e misurabile;

Conclude il vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili:

«Emily Dickinson scriveva: “Io abito la possibilità” e mi sembra possa essere la chiave per rileggere quanto abbiamo ascoltato fin qui oggi, perché questo progetto dimostra una cosa: non possiamo stare fermi, inermi, di fronte alle difficoltà, alle complessità, alla carenza di risorse, ma dobbiamo aprire con creatività e caparbietà nuove strade, dobbiamo cercare di andare oltre. È la stessa differenza che passa tra la prosa e poesia. La poesia, dal greco “ ποίησις” significa “produrre, fare, creare” e noi abbiamo ascoltato diverse forme del fare e dell’agire, di persone che non si rassegnano a quella che è una società fragile, frantumata, bisognose di risposte, ma con coraggio, ripartendo dal basso e dal più piccolo, sa creare nuove possibilità per tutti.  Come diceva S. Ignazio da Loyola “essere capaci di stare nello spazio più stretto, per elevarci a cose grandi è divino”, divino – quindi – è la capacità di saper entrare dentro a ciò che è più piccolo, più stretto, più difficile, per fare di questo … una possibilità. Mi pare dunque che al di là dei numeri, delle proiezioni, delle quantità, il dato provocante che viene da quanto nasce dal Villaggio delle Possibilità stia proprio nella capacità di saper far fermentare il piccolo e di riuscire a farlo elevare ad esempio per il grande che così può diventare anch’esso più capace di dare una risposta nel grande”. Per questo ringrazio tutti voi che avete reso tutto ciò possibile e ringrazio Adoa che si è fatta interprete di questa importante missione auspicando che ciò, anche grazie alle numerose ed importanti istituzioni qui presenti oggi, possa moltiplicarsi nel prossimo futuro, per il bene comune».

 

 

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