Si è concluso stamane a Benevento il Quarto incontro dei Vescovi delle “Aree Interne”, iniziato ieri, martedì 16 luglio, alla presenza del Presidente della CEI il cardinale Matteo Zuppi e circa trenta Vescovi provenienti 14 regioni d’Italia. All’incontro, che vuole essere un momento di confronto e riflessione sulle problematiche che affliggono in particolare le diocesi delle aree interne ma non solo, ha partecipato anche il vescovo di Verona Mons. Domenico Pompili.
“Solo insieme troviamo le soluzioni, sia come Chiesa che come Paese” ha esordito il Card. Matteo Zuppi, nel suo intervento introduttivo ai lavori, dove ha insistito sui termini sinodalità e insieme come condizioni per migliorare lo status delle aree interne e partire da una pastorale specifica, che unisca le aree interne con le quelle metropolitane, in interdipendenza. “C’è – ha osservato – una dimensione di collegialità e fraternità: abbiamo tutti gli stessi problemi e le stesse difficoltà”. Per questo, le “aree interne sono indispensabili per capire l’insieme: cerchiamo di trovare insieme soluzioni, che poi avranno delle declinazioni diverse, nelle specificità dei diversi territori”, ha affermato il Cardinale Presidente certo che “se c’è un investimento serio e l’appoggio delle aree metropolitane, le aree interne ripartono”. Concludendo il suo intervento, ha quindi fatto riferimento a recenti statistiche che confermano la “continua diminuzione delle nascite e il marcato invecchiamento della popolazione”, auspicando “politiche serie e stabili a sostegno della natalità e della famiglia”. Secondo il Card. Zuppi, infine, occorre puntare sull’accoglienza. “Un’idea seria di accoglienza – ha infatti rilevato – può dare futuro alle aree interne e anche al nostro Paese”.
Le aree interne rischiano una marginalità importante, “anche rispetto alla possibilità di esercitare diritti costituzionali” – ha sottolineato Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI – “come quello alla salute, all’istruzione e alla mobilità con il rischio dello spopolamento. Rispetto a queste tematiche – ha continuato il prelato- i vescovi si sono interrogati circa una presenza ecclesiale ed evangelizzatrice adeguata a una situazione in grave movimento, per ripensare una Chiesa che coinvolga di più e susciti il protagonismo delle popolazioni e sappia meglio rappresentare le istanze politiche e sociali di quelle aree”.
Il tema affrontato quest’anno è quello della ministerialità battesimale, ovvero di tutti i battezzati, le varie membra del popolo di Dio. Una proposta teologico-pastorale per le aree interne è stata offerta alla riflessione dei Vescovi a partire da una approfondita relazione di Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara e Presidente della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi.
“Rispetto al territorio veronese” – ha sottolineato il vescovo mons. Domenico Pompili, intervistato a margine dell’incontro- “nella due giorni è emersa come utile l’idea di ripensare la presenza della Chiesa nelle aree interne, che corrispondono ad alcune zone montuose come quelle della Lessinia, dove c’è un prete con cinque o sette parrocchie. Immaginare una forma di presenza che pur garantendo al sacerdote la capacità di presiedere diverse comunità possa avvalersi della collaborazione di altri ministeri, quella dei laici, uomini e donne che possono essere in rapporto con il prete e garantire in ciascuna di queste chiese una presenza in alcune funzioni importanti, ma e garantire, per cominciare, l’apertura delle chiese anche nei luoghi più piccoli e sperduti”.