Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

Nel rispetto del creato il seme della Pace

venerdì 27 ottobre

La sede del Consiglio Islamico di Verona in via Bencivenga ieri sera era preparata a festa per accogliere gli ospiti convocati per la giornata del dialogo ecumenico tra cristiani e musulmani di Verona. Quest’anno per la XXII giornata internazionale è stato proposto come spazio di dialogo “Custodire il creato costruendo la pace”, tema particolarmente sentito da tutti i presenti dato il momento di profonda sofferenza e preoccupazione per l’intensificarsi delle notizie di guerra.

«Nel nome di Dio Clemente e Misericordioso siete i benvenuti in questo momento così delicato dove il tema è anche quello dell’ambiente». Ha esordito l’imam portando i suoi saluti iniziali e sottolineando come «tre i sono i temi per l’ambiente: il creato e come mantenerlo, il dialogo e la pace di cui bisogna armarsi e di cui tutti possiamo essere piccoli semi».

Temi ripresi da Laura Testa, pastora della Chiesa Valdese e presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Verona che nel suo saluto ha rilevato la felice presenza di esponenti di tutte le chiese cristiane e rimarcato l’importanza del dialogo e della «voglia di conoscersi per iniziare a guardare all’altro e altra non come un nemico e un estraneo, ma come un amico».

Un tempo di approfondimento del tema della giornata è stato affidato a due voci a rappresentanza delle due fedi. Entrambe hanno saputo declinare il tema a partire dalle loro esperienze personali: di donna cristiana e cattolica, Nausicàa Merchiori dottoranda in teologia ecumenica, e di fedele islamica e origini nordafricane, che lavora come medico a Verona, il dott. Ashraf Ali Mohamed Younis, Presidente del Consiglio Islamico di Verona.

«Il tema del creato – ha esordito Nausicàa Merchiori –  porta in sé due tematiche: quella del creato, che va declinata sempre di più alla luce della pace a partire dai nostri testi tradizionali cristiani come la Laudato Siì, la dichiarazione di Abu Dhabi, la Pacem in Terris, il comunicato della Comunione mondiale delle chiese riformate che chiede pace e giustizia per il Medio Oriente… Le tradizioni religiose e le comunità di fede di tutto il mondo sono chiamate a fare la loro parte per la pace. La pace non è solo assenza di conflitto ma buona convivenza nella giustizia». «Cosa possiamo fare noi esseri umani, creature fragili e in qualche modo importanti?» A questa domanda Nausicàa Merchiori ha invitato a rinnovare e continuare a mettere in atto gesti di pace attraverso quattro atteggiamenti chiave: la condivisione, la corresponsabilità, la collaborazione e la consapevolezza. «Facciamo appello al Dio misericordioso: ogni religione è chiamata a dire fermiamoci in nome del Dio della Pace. L’appello alla Pace va fatto a tutti i credenti: anche a chi la guerra la fa perché non è mio nemico, ma è mio fratello» ha concluso la relatrice.

Per la comunità islamica ha preso parola il dott. Ashraf Ali Mohamed Younis che ha condiviso lo spirito di speranza che offre la partecipazione numerosa all’incontro.  «La Pace – sottolinea il medico- nasce dalla felicità che si offre agli altri perché prima di custodire il creato dobbiamo custodire l’uomo e renderlo felice. Aiutarlo a vivere con suo fratello in pace». Per il Corano il creato va custodito perché dono di Dio è lui che fa scendere acqua dal cielo per voi, e ne bevete, e ne crescono gli alberi recita una sūra per poi sottolineare più oltre l’inadempienza del compito perché “l’uomo è ingiusto protervo”. «Il musulmano – spiega il rappresentante –  considera le creature circostanti come gli esseri umani, comunità molto simili alla comunità umana. Ma noi li rispettiamo? L’islam è uno stile di vita che regola il rapporto con il creatore e con le sue creature». «Sulla pace la sapienza islamica insegna che l’uomo deve imparare a purificare ciò che ha dentro: rabbia, rancore, avidità… La pace sia con voi As-salam alaykom. Nell’ottica islamica l’uomo deve cercare la pace all’interno di sé stesso – conclude il relatore – per cercare di cambiare la mappa umana: perché l’altro è diverso e se Dio ci avesse voluti uguali ci avrebbe fatto dello stesso colore… La diversità è ricchezza ed è un dato di fatto che Dio ha voluto sulla terra».

Il Vescovo Domenico ha raggiunto a fine serata l’assemblea che ha salutato evidenziando come «religione non fa rima con violenza e divisione. Siamo qui per dire che come uomini spirituali dobbiamo essere testimoni della pace per non bestemmiare il nome di Dio, l’Assoluto, Allāh».

Foto di Mirko Bussola

 

 

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