“Chiesa del Risorto”: questo è il canto che ha dato l’avvio e il tono alla veglia di preghiera per la pace vissuto in cattedrale di Verona nella serata di venerdì 3 maggio. Dal cero acceso, simbolo appunto della Pasqua, sono state accese all’inizio delle grandi candele nelle quattro direzioni, invocando il dono dello Spirito Santo sui popoli del nord, del sud, dell’oriente e dell’occidente del mondo.
Animata dalle aggregazioni laicali della Diocesi, la Veglia ha visto soprattitoli un alternanza di ascolto della Parola di Dio, silenzio e canti. Un riferimento particolare è stato dato al magistero della Chiesa sulla pace, da Giovanni XXIII a Francesco.
Riferendosi al brano evangelico scelto per la Veglia, predo dal capitolo 5 di Matteo, il vescovo Domenico ha affermato: “Il Vangelo ci invita a scelte radicali perché la conflittualità è un’assoluta certezza nell’esperienza umana: è ideologico pensare che svanisca, ma serve lotta, impegno, militanza”.
Quindi ha sottolineato: “Il prossimo 18 maggio vogliamo sperimentare, dall’alba al tramonto, due poli che si attraggono reciprocamente – Chiesa e società – come è nella tradizione veronese; sono due poli pure la giustizia e la pace che ne sono il tema”. Ha specificato: “Quella di cui parliamo è la giustizia che supera quella degli scribi e dei farisei, a misura del Dio della vita, della pace, della misericordia”. Infine ha ricordato come sia proprio quello il Dio che la Chiesa di Verona vuole testimoniare in questo tempo, in forza della Pentecoste dentro cui si entrerà proprio nel giorno della visita di papa Francesco.
Al termine della Veglia è stata invocata la pace con la preghiera e il canto, prima dello scambio liturgico della pace tra i numerosi fedeli.