Cattedrale gremita per la Messa del giorno di Natale.
Dopo la proclamazione sul pulpito del Vangelo proposto dalla liturgia, il Prologo di Giovanni, il vescovo Domenico Pompili ha pronunciato la sua omelia portando l’attenzione soprattutto sulla concretezza di quel Bambino, che è carne e viene posto in una mangiatoia male-odorante
Nella sua riflessione ha fatto emergere come l’incarnazione del Figlio di Dio diradi alcuni equivoci: che la vita umana sia senza problemi e senza limiti; che l’intelligenza artificiale sia migliore del pensiero umano; che lo schermo di un tablet ci eviti il contatto con l’altro.
Quindi il vescovo ha evidenziato che il Natale ci lega gli uni gli altri nel nome dell’umanità e questo rende vivibile il nostro mondo.
Suggestivo poi il momento della genuflessione nel passaggio della Professione di fede in cui si fa memoria dell’incarnazione del Figlio.