7 dicembre

Il Vescovo con i ragazzi de “La grande sfida”

Al Palariso di Isola della Scala

Al Palariso di Isola della Scala, sabato 7 dicembre, il vescovo Domenico è stato festosamente accolto dai ragazzi e gli amici de “La grande sfida”.

Lì ha celebrato con loro la Santa Messa.

Prendendo lo spunto dalla preghiera di Ivan, uno dei  ragazzi presenti, il vescovo Domenico ha iniziato la sua omelia elogiando la compassione e distinguendola dall’empatia.

«Gesù dunque prova compassione. La compassione che non è semplicemente un sentire riflettendo in modo passivo lo stato d’animo degli altri (empatia), ma è agire per andare incontro agli altri. Non trovo niente di meglio che questa esperienza della Grande sfida che quest’anno giunge alla sua 29^ edizione! La grande sfida non è semplicemente empatia ma è compassione, lo stesso sguardo di Gesù! E badate, la compassione è uno sguardo operativo che vive però come tutti gli sguardi di una continuità che qualche volta rischia di interrompersi. Anche chi è compassionevole può andare incontro ad un senso di esaurimento. Voi che sapete da vicino cosa significhi questo sentimento sapete esattamente quanto sia faticoso, quanto sia arduo ogni giorno ricominciare da capo. La compassione si autoalimenta nella misura in cui abbiamo questo sguardo che è capace sempre di guardare avanti osservando lo sguardo di Gesù. Questo è ciò che rende la nostra compassione mai stanca. È la speranza che ciò che facciamo in realtà è destinato a durare nel tempo ed è soprattutto qualcosa che ci porta avanti, non ci fa tornare mai indietro.
Le parole del Maestro: “gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date”, risuonano nel nostro mondo dove tutto ha un prezzo e dunque niente ha veramente valore! Occorre ritornare a questa gratuità  che si trova nel vostro modo di stare accanto alle persone, ritornare a questa bellezza della creatività, del disinteresse, della trasparenza è ciò che rende possibile Il miracolo della compassione senza essere contraddetto da alcuna stanchezza e da alcuna fatica. Questo è l’augurio che io sento di rivolgere non solo a Roberto il grande mattatore di questa realtà ma a ciascuno di voi».

 

 

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