I MARTEDÌ DEL MONDO

Il Sahel tra golpe militari e sete di futuro

Approfondimento su Mali, Burkina Faso e Niger

Torna martedì 9 gennaio alle 20.45  l’appuntamento dei Martedì del Mondo in Sala Africa, presso i Missionari Comboniani, con un approfondimento dedicato al Sahel e alla lunga stagione dei golpe.

In Mali, Burkina Faso, Niger sono al potere dei regimi militari. Sospinti da popolazioni stanche di classi dirigenti inadeguate, della Francia e della pressione dei gruppi jihadisti. Dove sta andando lo spazio saheliano e quali sono i nuovi interlocutori internazionali?

Ne parlano Luciano Pollichieni, analista geopolitico del Sahel e Andrea Di Giorgio, giornalista moderati da Raffaello Zordan, giornalista- Nigrizia

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La regione geografica del Sahel ha un’estensione complessiva di circa 2 milioni di kmq. Quattro paesi che la compongono hanno conosciuto dal 2020 al 2023 dei colpi di stato (avvenuti con il sostanziale consenso delle popolazioni) che hanno rovesciato presidenti eletti, modificato assetti e alleanze. Tali cambiamenti hanno ricadute rilevanti non solo sulla lotta, in atto da una decina d’anni, ai gruppi armati jihadisti, ma anche sulla Francia, ex potenza coloniale che ha mantenuto fin qui una certa influenza, e sulla politica europea in questa regione.
Il Mali nel 2020 e nel 2021 ha avuto due colpi di stato, il Burkina Faso due nel solo 2022.
Il 26 luglio scorso il presidente del Niger Mohamed Bazòum viene deposto dai suoi militari guidati dal generale Omar Tiàni. Né la minaccia della Comunità economica degli stati dell’Africa Occidentale, né quella di Parigi hanno indotto la giunta a compiere passi indietro. Quello che è avvenuto in Ciad è invece un golpe sui generis. La morte in battaglia nell’aprile 2021 del presidente Idriss Déby, l’esercito che prende il potere passandolo al figlio Mahamàt Déby. La domanda è: perché questi golpe?, le giunte militari sapranno traghettare il Sahel in un futuro diverso dal presente?

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