In occasione del centenario della parrocchia di Vaggimal, la comunità ha vissuto vari appuntamenti e soprattutto una grande festa venerdì 12 luglio con il rito di consacrazione della chiesa presieduto dal vescovo Domenico Pompili.
Il parroco, don Matteo Zandonà, ha ricordato come già «queste pietre non sono semplicemente pietre ma sono intrise della storia di ciascun Vaggimalese e non solo dei parrocchiani del presente, ma anche di quelli di tante generazioni passate. Non sono pietre uguali alle altre quelle che abbiamo calpestato o ammirato nei momenti di gioia o sofferenza. Sono pietre nelle quali è iscritta la vita di ciascuno».
Il vescovo Domenico nell’omelia ha sottolineato come abbiamo bisogno di «uno spazio fisico che sia un ‘segno’ verso l’oltre. Nasce così la chiesa che, non a caso, non è tanto il luogo in cui riunire i fedeli che in origine si radunavano nelle case private, ma piuttosto il segno che rimanda all’Assoluto». Quindi ha aggiunto: «Questa splendida opera è un segno che ci fa sollevare lo sguardo verso il cielo e ci aiuta a ritrovare il senso e l’orientamento della nostra vita. La chiesa, con il suo campanile che svetta e la navata che solca il mare della storia, resta il simbolo dell’uomo verticale. Ciò che resta decisivo è ‘adorare’, cioè restare senza parole dinanzi all’incontro della creazione e cogliere in esso la presenza di Dio».