Si è conclusa l’esperienza in Georgia (19-31 agosto) che ha visto alcuni giovani condividere vita e fede con loro coetanei cattolici che fanno l’esperienza di essere una piccola minoranza (circa 2,5%) in un Paese a forte tradizione ortodossa.
Il tutto con l’organizzazione del Centro pastorale adolescenti giovani e Caritas diocesana veronese.
Accolti in piena notte (causa maltempo che ha posticipato il volo) all’aeroporto di Tiblisi, direttamente dal veronese mons. Giuseppe Pasotto, amministrazione apostolica del Caucaso dei Latini, hanno vissuto insieme i primi giorni in capitale, per un approccio graduale alla realtà, tra ecumenismo e conoscenza della Chiesa locale. Con l’occasione è stato consegnato a mons. Pasotto quanto raccolto da Caritas Veronese per l’emergenza nata dal conflitto tra Armenia ed Azerbaigian, piccola parte del decennale sostegno che continua per Caritas Georgia.
Divisi, poi, in tre gruppi, hanno vissuto una settimana di servizio in altrettanti luoghi diversi. Uno sperduto paese di montagna con l’acqua da andare a prendere alla fontana del paese, un centro per ragazzi in difficoltà incastonato tra i palazzi in stile sovietico, un paese di campagna poverissimo: tutto è diventato casa.
Ultimi due giorni: turismo etico alla scoperta di un Paese, ricco di storia, cultura, … eno-gastronomia. Il tutto costantemente insieme ad alcuni giovani georgiani, scoprendo la fraternità e che per Dio non esiste la parola “confine”. C’è stata anche la possibilità di lambire il confine con la Russia e di lasciare una preghiera nel cuore del Padre.