Saranno più di quaranta i giovani che in estate vivranno brevi esperienze missionarie in una collaborazione tra Caritas diocesana veronese, Centro missionario diocesano, Pastorale giovanile e Migrantes.
Giovani che si sono incontrati lo scorso weekend 2 giugno presso il Cpag di San Massimo, per un incontro di formazione su temi come lo stile del missionario, ma anche le paure, i punti di forza, le attenzioni da avere e le motivazioni che spingono a partire. Incontro che si è concluso con l’abbraccio a mons. Domenico Pompili, vescovo di Verona, presso la sala dei vescovi in curia, e con la Messa del Corpus Domini in una cattedrale gremita.
Le esperienze estive saranno quattro: un gruppo, accompagnato da don Matteo Malosto, direttore del Centro di pastorale giovanile, andrà in Georgia, ad incontrare una realtà legata a Caritas Verona e ai missionari veronesi che da anni operano in quelle zone dell’ex Urss, tra cui mons. Giuseppe Pasotto, vescovo veronese per le comunità cattoliche in Georgia e Armenia. Altri due gruppi andranno in Africa: uno, accompagnato dalla famiglia Conati, già fidei donum in Brasile, andrà nella missione diocesana di Bafata, in Guinea Bissau; l’altro, invece, nella missione diocesana di Namahaca, in Mozambico, accompagnato dalla famiglia Zampese, già fidei donum in Guinea Bissau. Infine, con il diacono Giuseppe Fiorio della pastorale immigrati e la sua famiglia, ci sarà un quarto gruppo di giovani veronesi che non si sposterà dall’Italia, ma che probabilmente incontrerà molti più popoli degli altri: andranno, infatti, in un villaggio di immigrati e profughi a Castelvolturno, in Campania, a svolgere servizio di volontariato insieme ai missionari comboniani. Un mix di esperienze, ma soprattutto di organismi della diocesi, che fanno respirare un’aria di una Chiesa unita e in cammino.
Già durante la formazione è stato respirato questo clima di corresponsabilità, preghiera e condivisione, anche grazie alla splendida collaborazione con i ragazzi volontari del Gruppo della casa della Pastorale giovanile. Tra l’altro, la cena è stata preparata dagli ospiti, bengalesi e ucraini, del Samaritano di Caritas diocesana, un modo per coinvolgere anche loro e entrare sempre più in questo stile di mondialità.
Tale cammino missionario è stato sottolineato anche da mons. Pompili: «Non dobbiamo perdere questa dimensione di una diocesi profondamente missionaria. Dalla storia, vedi don Mazza e san Daniele Comboni, ma molti altri dopo di loro, al presente. Verona è sede del Cum, centro di formazione per tutti i missionari italiani, conta ancora tante persone che ogni anno vengono inviate e i quaranta ragazzi che partono con la nostra diocesi ne sono esempio. Molti altri giovani in estate vivranno esperienze brevi con vari istituti e associazioni. Sarà importante al loro ritorno, incontrarli tutti e mantenere vivo questo stile missionario anche una volta tornati a casa. Perché da quello che vedranno e vivranno, torneranno cambiati».
Ora la formazione dei giovani partenti continua, anche grazie alla presenza di tanti missionari rientrati a Verona, anche per brevi periodi di vacanza. Perché ogni ragazzo possa vivere un’esperienza realmente profonda e significativa per la propria vita.
Damiano Conati