domenica 26 novembre

È l’insensibilità verso l’altro che uccide

Veglia sulla Statale Bresciana in ricordo di Venetita e Lioara

«In serate con un freddo pungente come queste, fa star male pensare alla condizione in cui si trovano ogni notte tante donne della strada».

Con queste parole mons. Domenico Pompili, vescovo di Verona ha dato inizio all’appuntamento di riflessione e preghiera, promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Un appuntamento commovente, di forte impatto emotivo, che ha visto oltre cento partecipanti la sera di domenica 26 novembre presso il distributore di benzina in Statale Bresciana.

«Chi entra in contatto con queste donne – continua il vescovo – manca innanzitutto di sensibilità. In questi giorni si è parlato tanto di cultura patriarcale della nostra società, ma io vorrei sottolineare soprattutto questa profonda insensibilità verso persone che non sono considerate come tali. Se ci pensiamo nella nostra società tra le industrie più fiorenti c’è la prostituzione, oltre che quelle di armi e droga. Tutti aspetti che sono da legare ad un’insensibilità di fondo verso l’altro e che dovrebbe scuoterci e metterci in crisi».

La serata è stata organizzata in ricordo di Venetita e Lioara, uccise a causa della prostituzione.

Proprio in quel distributore di benzina, nel novembre del 2014, Venetita Niacsu venne trovata morta dopo essere stata massacrata di botte e abbandonata a terra da un cliente mai identificato. Due anni dopo, il 28 agosto del 2016, venne uccisa con tre coltellate in via Boscomantico, la ventottenne romena Lioara Petronela Ujica. Due drammi che non vanno dimenticati.

Presenti all’evento anche il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, e il suo assessore al sociale, Luisa Ceni, che si è espressa con toni commossi: «Il Comune ha un tavolo attivo per contrastare la tratta in cui la comunità Papa Giovanni è partecipante attivo. Il lavoro è continuo e non dobbiamo fermarci a combattere questa piaga».

A Verona, l’unità di strada dell’associazione di Don Benzi opera da 20 anni: un gruppo formato da una decina di volontari, incontra ogni settimana le donne costrette alla prostituzione per proporre loro una via d’uscita, attraverso l’incontro e il dialogo.

Spiega Marco Lucchi, referente dell’unità di strada: «Quest’anno abbiamo accolto nelle nostre strutture 3 donne provenienti dalla prostituzione: cui una mamma con il figlio e due donne di circa vent’anni. Progetti di accoglienza come questi danno la possibilità di uscire dal contesto di sfruttamento e di ricostruirsi una vita dignitosa, con un lavoro e un’abitazione autonoma».

La Comunità Papa Giovanni XXIII collabora con il Progetto N.A.V.I.G.A.Re (network antitratta Veneto Intersezioni Governance Azioni Regionali) per l’accoglienza delle vittime di tratta e di grave sfruttamento.

Continua Marco Lucchi: «Anche per fare in modo che non accadano più episodi come quelli di Venetita e Lioara, come associazione continuiamo ad incontrare le ragazze in strada. In questo periodo sono una ventina: arrivano dalla Nigeria, dai Paesi dell’Est Europa. Negli ultimi mesi stiamo incontrando diverse donne trans provenienti dal Perù. Tutto questo perché dietro la prostituzione c’è la tratta, che non è altro che una nuova forma violenta di schiavitù».

Una nota di merito per l’organizzazione della serata va data sicuramente ai giovani della parrocchia di Bovolone, guidati da don Riccardo Bodini, che hanno guidato tutti i momenti di preghiera e riflessione.

A conclusione del tutto, il discorso forte del vicequestore di Verona, dott. Girolamo Lacquaniti: «Non si può restare indifferenti a questa forma di insensibilità dell’essere umano. La parola rispetto dal latino significa guardare con attenzione l’altro. E noi guardiamo l’altro con attenzione? Ho vissuto con dispiacere quanto è successo e è stato detto in Italia in questi giorni. Noi purtroppo preferiamo sempre scegliere i colpevoli anziché cercarli. Forse perché cercarli significa trovare un po’ di colpevolezza anche in ciascuno di noi. Serate come queste servono per farci capire come il rispetto non deve mai mancare».

condividi su