In occasione del Natale, il vescovo Domenico ci esorta a vivere questo tempo non come un semplice passaggio, ma come un pellegrinaggio di speranza che, arricchito dall’inizio dell’Anno Santo del Giubileo, diventa nuova occasione per credere che la luce di Dio si manifesti nonostante il buio.
“Veniva nel mondo la luce vera” (Gv 1,9): così la Chiesa di Verona ha meditato nell’Avvento che si è avviato con una veglia diocesana in Cattedrale, lo scorso 30 novembre. Credere però alla luce in un mondo di buio è diventato difficile. Specie dopo il tragico 7 ottobre 2023, quando la spirale del conflitto israelo-palestinese si è impennata, sommandosi al conflitto russo-ucraino e confermando l’ipotesi di “una guerra mondiale a pezzettini”, di cui papa Francesco va parlando da anni. Il comporsi drammatico di questo puzzle micidiale getta un’ombra sinistra sul mondo, che ha bisogno di luce. In tale contesto nasce ancora una volta Gesù.
Il Natale, infatti, è la luce che si afferma nonostante il buio: dove gli uomini dicono “perduto”, Dio dice “salvato”; dove gli uomini dicono “giudicato”, Dio dice “salvato; dove gli uomini dicono: “no”, Dio dice “sì”. E il Verbo che si fa carne afferma proprio il “sì” di Dio all’umanità; questo costituisce la ragione della festa che ci apprestiamo a vivere. Una festa che mette finalmente a contatto con Dio perché Egli entra nella storia facendosi uomo e conferisce all’uomo la sua dignità. Noi viviamo, infatti, un tempo nel quale l’uomo sembra essere diventato “antiquato” perché la tecnologia può portare lontano dall’umano, che è per definizione fragile ed incompiuto. L’incarnazione del Figlio di Dio mostra che Dio non si è stancato dell’umanità. Anche noi uomini non possiamo perdere la speranza nell’umanità. A maggior ragione, in questa vigilia del Natale che coincide con l’apertura dell’Anno Santo.
Come scrive papa Francesco nella Bolla “Spes non confundit”, il Giubileo si apre ad una dimensiona universale di evangelizzazione, per tutti, va oltre i confini ecclesiali perché “nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porta con sé” (n. 1). Si tratta di un tempo donato che, al netto dei nostri disastri personali e sociali; diventa un’occasione speciale. Non a caso, le parole “indulgenza” e “misericordia” che definiscono il campo d’azione del Giubileo sono parole equivalenti ed attestano che credere nel Dio della misericordia vuol dire sapere che esiste ancora una possibilità per tutti.
Con l’apertura diocesana di domenica 29 dicembre alle 16 avvieremo tutti insieme questo cammino di speranza; chiamati a riscoprire che la vita è un pellegrinaggio e non vagabondaggio o turismo low cost. Pellegrinaggio dice una meta che è di pace e di felicità perché alla fine la vera destinazione del viaggio, è l’umanità dell’uomo. Che rinasce quando incontra la luce di Dio.
Domenico Pompili
Celebrazioni presiedute dal Vescovo in Cattedrale:
Martedì 24 dicembre: Veglia di Natale (ore 21.30) e Messa Pontificale “in Nocte” (ore 22).
Mercoledì 25 dicembre: Messa Pontificale “in Die” (ore 11).
Domenica 29 dicembre: Processione dalla basilica di Sant’Anastasia alla Cattedrale e Messa di apertura diocesana del Giubileo (ore 16).
Martedì 31 dicembre: Messa in occasione della chiusura dell’anno civile (ore 16).
Mercoledì 1 gennaio: Messa Pontificale in occasione della Giornata mondiale della pace (ore 18.30).
Chiusura degli Uffici di Curia:
Gli uffici di Curia saranno chiusi nei giorni festivi e martedì 24, venerdì 27, martedì 31 dicembre, giovedì 2 e venerdì 3 gennaio.