Il vescovo ai sacerdoti

«Chiamati a resistere al silenzio di Dio»

Celebrata la Messa Chrismatis

In una Cattedrale gremita il vescovo Domenico ha presieduto stamane la Missa Chrismatis

Come da tradizione, in questa Messa, che vuole significare l’unità della Chiesa locale raccolta intorno al proprio vescovo, erano presenti quasi tutti i membri del clero diocesano (presbiteri e diaconi) oltre a numerosi fedeli consacrati e laici. Il vescovo ha comunque ricordato anche i sacerdoti assenti perché anziani o malati, così anche quelli impegnati in missione.

«Siamo ricondotti alla “radice” del ministero ordinato che consiste in una “unzione” che mai può essere derubricata a una semplice “funzione”» ha sottolineato il vescovo commentando le letture.

«L’unzione dice che l’iniziativa è di Dio, non la nostra. Non è la nostra parola, infatti, ma soltanto quella di Dio che chiama. Il silenzio, dunque, è l’atteggiamento sorgivo che scava la parola, affina l’udito e la vista, permette di cogliere i segni dei tempi e la voce dello Spirito».

Citando il cardinale Tolentino Mendonca, il vescovo ha quindi precisato che il silenzio “non è una forma di riposo / o sospensione / ma di resistenza”.

«Oggi tutti siamo chiamati ad essere “resistenti” più che “resilienti”. E la resistenza più forte da esercitare è quella relativa a Dio, il cui silenzio talvolta è assordante. Perché in realtà tutto – la secolarizzazione, l’individualismo e il consumismo – nasce da questo silenzio dissimulato, negato, esorcizzato. Mentre ci è chiesto di farci carico del silenzio di Dio, insieme ai nostri contemporanei, e solo così tornare a parlare con Lui e di Lui».

Rivolgendosi esplicitamente ai presbiteri ha quindi aggiunto: «Si diventa “uomini di Dio”, grazie al silenzio che ci rende praticanti e non solo credenti Non basta credere a Dio, senza praticarlo. Lo Spirito, infatti, non scende su di noi e tantomeno riposa in noi quando siamo iperattivi o depressi. Sia quando ci esauriamo in mille iniziative senza condividerle con alcuno, sia quando siamo depressi e tendiamo a gestire stanchi e demotivati l’ordinario, siamo lontani da Dio. Per contro, lo Spirito scende in noi quando il ministero è umile e concreto, duttile e versatile, capace di ascolto e di preghiera, pronto ad assumere il ritmo degli altri, preti e o laici che siano. Sono contento di attestare che la gran parte di voi siete cosi: la “maggioranza silenziosa”».

I presbiteri, dopo l’omelia, hanno rinnovato le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione sacerdotale. Successivamente il vescovo ha consacrato gli oli santi: il crisma, l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi.

Anche quest’anno, prima dell’inizio della Messa Crismale, i sacerdoti hanno offerto l’1% delle loro entrate economiche, che sarà destinato ai preti in missione in Mozambico: don Luca Composta, don Fabio Gastaldelli, don Francesco Castagna, nella parrocchia di Namahaca – Diocesi di Nacala, e a don Silvano Daldosso nella Diocesi di Guruè.

Da segnalare, infine, che l’olio che è stato consacrato è stato estratto dagli Ulivi del Giardino di Capaci, dedicati alle vittime innocenti della mafia. L ’ampolla, contenente un estratto di quegli alberi piantumati sulla terra macchiata dal sangue dei giusti e degli onesti, è stata consegnata personalmente, nei giorni scorsi, dal Questore di Verona Roberto Massucci al vescovo Pompili.

Leggi qui l’omelia completa

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