Venerdì 16 agosto, grande festa a Pedemonte per il centenario della dedicazione della chiesa parrocchiale a San Rocco con la presenza del vescovo Domenico che ha potuto ammirare il termine dei lavori di risistemazione.
Durante la celebrazione nell’omelia ha ricordato che l’udito è essenziale per una comunità perché se non si ascolta quello che la gente vive, quello che la gente soffre, quello che la gente spera, si rischia appunto l’incomunicabilità. San Rocco è vissuto nel Trecento ed è stato un personaggio a quei tempi di grande popolarità, un uomo, un credente che non è mai stato sordo alle sofferenze e alle grida della gente del suo tempo. In particolare San Rocco nel suo viaggio è sempre stato attento a quello che accadeva, a chi incontrava, in particolare è stato uno che non si è allontanato, ma si è avvicinato alle persone soprattutto quelle colpite dalla peste e lui stesso San Rocco, proprio per questa sua vicinanza contrasse la peste.
Per cambiare la comunità in cui si vive bisogna essere capaci di perdono, essere capaci di amare i nemici, di integrazione nella comunità, di sbilanciamento dei rapporti di chiusura preconcetta nei riguardi degli altri.
Una comunità Cristiana ha questo compito sempre nuovo da ristabilire, quello di riuscire ad essere un nucleo che riesce a fare intendere che è possibile coesistere, che è possibile vivere insieme, non perché siamo tutti della stessa pasta, perché tutti la pensiamo allo stesso modo, perché siamo nella stessa condizione socio culturale e perché quello che ci spinge in avanti è appunto la percezione che il bene comune, che ultimamente è Dio, ci sta a cuore.