L’annuale Giornata della vita consacrata si è svolta questo 2 febbraio 2024 nella parrocchia di san Giacomo a Verona con la partecipazione del vescovo Domenico Pompili e ha avuto un tono festoso, anche grazie all’animazione musicale dei giovani consacrati.
L’avvio con l’accoglienza del parroco, cui è seguita la presentazione del pomeriggio da parte di padre Eliseo Tacchella e degli altri due delegati della vita consacrata Rosita Ghirardini e suor Nadia Daniele.
Il programma ha previsto un momento introduttivo con la riflessione di fratel Enzo Biemmi, che ha voluto focalizzare l’attenzione sulla realtà di debolezza che vive la vita consacrata in questo passaggio storico e che, pur essendo una prova, è soprattutto una grazia, una fase di kenosi, un’esperienza pasquale, uno stare sul tornio come è espresso dal simbolismo biblico della famosa pagina di Geremia, in cui Dio plasma il suo popolo come fa il vasaio con la creta.
Dalla Lettera sul silenzio del vescovo ha poi tratto tre orientamenti in vista di una nuova forma verso cui proiettarsi. L’ascolto della domanda di spiritualità, il grido delle nuove povertà, l’ascolto reciproco come annuncio di una Chiesa sinodale.
A seguire i racconti da parte di due congregazioni femminili e due maschili che hanno condiviso una rilettura del proprio carisma alla luce dei nuovi segni del nostro tempo. I Poveri Servi della Divina Provvidenza hanno presentato il progetto “Dopo di noi” che mira a rendere i giovani disabili sempre più autonomi e capaci di passare dalla vita in famiglia alla vita di comunità protetta.
Toccante la testimonianza della madre di un giovane attualmente inserito nel Centro Polifunzionale Don Calabria.
A seguire Madre Elisa, delle Suore della Compagnia di Maria, ha illustrato come la sua comunità, in stretta collaborazione coi laici collaboratori dell’opera, stia attualizzando il carisma aprendosi a nuove forme di povertà nello specifico la cura dei minori stranieri non accompagnati secondo quanto è stato condiviso dal direttore del centro Gresner.
Subito dopo la Fraternità Betania ha condiviso il suo impegno per i poveri attraverso la mensa a cui collaborano 250 volontari e la pastorale carceraria in cui stanno sperimentando nuovi percorsi di reinserimento sociale.
A concludere le Monache serve di Maria Oblate Sacerdotali con la gioiosa testimonianza della Priora Nicoletta che ha parlato a nome degli altri tre monasteri della diocesi, le Sorelle Povere di santa Chiara, le Clarisse Sacramentine e le Carmelitane Scalze.
Insieme, attraverso il confronto e il discernimento, stanno aprendosi a collaborazioni e cammini nuovi, cogliendo questa fase di fragilità come occasione per una rinnovata fraternità e comunione.
Il pomeriggio si è concluso con la santa Messa celebrata dal vescovo Domenico e con un momento fraterno, in cui si è percepita la gioia di avere insieme messo in luce quei germogli di vita nuova già presenti e gravidi di futuro.