Tanti i fedeli presenti in Cattedrale di Verona per la Messa con il rito dell’imposizione delle ceneri che segna l’inizio della Quaresima.
Il vescovo Domenico Pompili ha preso spunto dalla prima lettura della liturgia, dove il profeta Gioele dice con forza: “Ritornate a me con tutto il cuore”.
Così ha spiegato il Vescovo: «Gioele invita a tornare a Dio non per paura del “giorno” (dies irae!), ma “con tutto il cuore”. In effetti, in questo nostro mondo liquido, l’essere umano rischia di smarrire il centro, il centro di sé stesso».
Quindi ha invitato a prendere in mano in questo tempo liturgico forte l’enciclica Dilexit nos, in cui papa Francesco scrive: “Ci muoviamo in una società di consumatori seriali che vivono alla giornata e dominati dai ritmi e dai rumori della tecnologia, senza molta pazienza per i processi che l’interiorità richiede” (Dilexit Nos, 9).
Il Vescovo ha così evidenziato come in una società attuale, che è davanti che un attuale bivio – «da un lato la tecnologia che irreggimenta, dall’altro l’istintualità che lascia in balia degli eventi» – manchi il cuore.
Da qui l’appello di questa Quaresima: «Occorre ritornare al cuore, dunque, per ri-tornare a Dio». Il tutto a partire da tre verità: «il mondo è molto più ampio di quello che cade sotto i nostri occhi»; «soltanto “nel segreto” del cuore si rivela la profondità del nostro vivere e del nostro sentire che non è soltanto quello che facciamo, produciamo o creiamo»; l’amore è l’unico fattore che «può darci quella “scossa” emotiva senza la quale non inizia niente e si cade nell’apatia e nella depressione».
«L’amore di Cristo – ha concluso – è fuori da questo ingranaggio perverso, da questa febbre in cui non c’è spazio per la gratuità che rende ospitali verso tutto e tutti. E la Pasqua di Gesù Cristo ne è la controprova storica».
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