“Che Provvidenza il Seminario di San Massimo”

Il racconto di don Gino Oliosi

Il concorso di idee per la riqualificazione dell’area dell’Ex Seminario di San Massimo di Verona, lanciato nei mesi scorsi con il sostegno di Fondazione San Zeno, ha offerto l’occasione per mettersi alla ricerca della storia di un luogo e, più ancora, delle storie di chi quel luogo l’ha vissuto, abitato, animato.

Ne emergono ricordi, aneddoti, narrazioni di frammenti di vita che dicono il legame affettivo che una larga parte della Chiesa di Verona ha con questo luogo.

Un esempio di queste testimonianze è il simpatico racconto che mons. Gino Oliosi fece sul proprio sito dalla Casa del Clero di Negrar – in cui risiede – nell’estate del 2020, in concomitanza con il ritorno in auge dell’ipotesi di vendita del complesso.

Questa notte non ho dormito – scrive mons. Oliosi – sentendo ieri una voce critica verso il Vescovo Zenti per la necessaria, veramente necessaria, vendita del Seminario di San Massimo. Ma mi ha fatto rivivere tutta una meravigliosa storia provvidenziale!“.

Storia che prese il via con la donazione da parte di mons. Giovanni Ongaro, allora insegnante di Sacra Scrittura, dell’ampio appezzamento di proprietà della sua famiglia a San Massimo, per edificare un nuovo edificio, di cui si avvertiva profondamente il bisogno, sia per il crescente numero di seminaristi, sia per le condizioni del seminario del centro città, allora fatiscente.

D’inverno era riscaldata solo l’aula magna per la scuola e lo studio” racconta l’anziano presbitero. “Ricordo un fatto. In un pomeriggio eravamo riuniti con le cinque classi di teologia per lo studio. Scoppia un temporale e accendiamo le quattro luci. Cessato il temporale nessuno di noi pensa allo spegnimento. Entra l’economo don Alberigo: «Quattro luci in pieno meriggio e ‘zo che la vaga’ nonostante le vostre difficoltà per pagare la retta». La retta, pur con benefattori, era a carico della famiglia e in parte la si saldava, come ho fatto io, da sacerdoti. Ma il vissuto da teologi era fraternamente splendido nonostante tutti questi limiti“.

Leggi l’intero racconto di mons. Gino Oliosi…

 

 

 

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