Si sono svolti ieri, martedì 19 dicembre, gli auguri di Natale del Vescovo Domenico a dipendenti e ai collaboratori che si sono radunati per celebrare insieme l’Eucaristia presso il Centro Carraro.
A partire dalla lettura e dal Vangelo il Vescovo ha offerto una riflessione sul ruolo paterno di Caritas. «Se dovessimo dare una definizione della Caritas – ha esordito Pompili – anche se può sembrare spiazzante perché Caritas è un nome al femminile, mi verrebbe da fare riferimento alla figura del padre. Caritas è chiamata e esercitare un ruolo “paterno”. Chi è il padre? Questa domanda risuona in modo provocante oggi, quando la figura paterna sta scomparendo. Il padre è colui che apre la porta di casa e quello che ci fa andare fuori di casa, che sospinge in avanti il bambino. Anche la Caritas è così, come un padre che ci fa uscire dagli ambienti ecclesiastici e ci fa accendere i riflettori sulle realtà di marginalità. Caritas ci spinge in una sorta di squilibrio ad andare proprio incontro alle situazioni che si vorrebbe cancellare. Il padre poi è un uomo verticale, ha la statura di sostegno e protezione e all’occorrenza sa anche porre un limite, dire basta. A volte il limite si rivela come una lungimirante rassicurazione, di colui che non molla e protegge sempre. Caritas non si limita a fare assistenzialismo e non perpetua condizioni oggettive di diseguaglianza, ma lavora ogni giorno perché si possa riequilibrare lo svantaggio, a favore di chi sta peggio. La Caritas è come un padre verticale che dà il senso del baluardo e sicurezza. Da ultimo – conclude il Vescovo – il padre è colui che rappresenta altro da sé e crede in ciò che rappresenta: non solo protegge ma benedice i passaggi verso l’avvenire.»
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