Lo scorso giovedì 7 novembre, alla presenza del vescovo Domenico, è stato illustrato alla comunità di Nogara l’esito del concorso progettuale per la realizzazione della nuova chiesa.
Si tratta del progetto contrassegnato con il codice identificativo alfanumerico 1L2US, elaborato dal gruppo di lavoro così composto:
- arch. Massimo Lepore, progettista coordinatore del gruppo di lavoro e legale rappresentante dello studio TAMassociati;
- arch. Raul Pantaleo, progettista;
- arch. Simone Sfriso, progettista;
- Alessandro Toniolo, esperto di liturgia;
- Marcello Chiarenza, artista;
IL PROGETTO
Il rapporto con il contesto
Il compito principale della nuova Chiesa di Nogara sarà rinnovare il patto di identità e solidarietà già inscritto nella chiesa ora esistente, per rinsaldare, col nuovo edificio, il legame tra comunità e territorio. Si concepisce l’intera area come “un’oasi di pace” rispetto al vivace sistema urbano in cui si colloca. Un luogo che per sua natura diventa oasi di accoglienza e spiritualità. Ma che sa essere anche oasi climatica, nuovo spazio offerto alla città.
Il linguaggio della nuova chiesa
La dedicazione al Padre Nostro, richiede per contrasto un percorso di semplicità, occasione per edificare una chiesa misericordiosa, in cui la luce abbia il ruolo di farci cogliere e vivere la presenza di Dio. Un’oasi (spazio sereno di vita, circondato da alberi) e una tenda (come nella tradizione biblica, luogo dell’accoglienza e dell’incontro, ove riunirsi per condividere l’amore del Padre) sono riferimenti simbolici per il nuovo complesso. L’intero lotto verrà reso permeabile da porticati, grigliati, vetrate, ingressi, così da distinguersi per ricchezza di funzioni nello spazio urbano, senza per questo isolarsi; la grande aula, dal semplice volume “a capanna” evocherà, con la sua presenza essenziale, sia il nuovo luogo sacro alla comunità, sia la memoria della chiesa in cui essa si è ritrovata.
Gli spazi
L’edificio è caratterizzato da una grande fascia basamentale che, dalla nuova Chiesa, potrà avvolgere il perimetro dell’intero complesso per dare unità figurativa e materica al nuovo intervento, anche nel suo crescere nel tempo. L’aula liturgica svetta proprio da questa fascia basamentale, che media il paesaggio tra esterno (spazio pubblico) e interno (spazio sacro) grazie agli ampi porticati che assolvono il compito di riparo climatico ma anche di spazio di sosta e incontro per la città. L’accesso dallo spazio pubblico avviene infatti su due direttrici, entrambe porticate: un ampio esonartece con il portale rivolto verso il sagrato e la piazza alberata su via Sterzi per l’aula liturgica.
L’impianto liturgico
La chiesa si propone con un’unica navata in cui il presbiterio appare decentrato e asimmetrico, così come la disposizione dei banchi per l’assemblea. Battistero da un lato e penitenzieria dall’altro accolgono il fedele all’ingresso. Nella cappella feriale, adiacente all’aula principale, vengono collocate le vetrate dell’antico e nuovo testamento, recuperate dall’attuale chiesa. Con esse anche altre opere provenienti dal vecchio edificio liturgico vengono valorizzate e vanno ad integrarsi con opere di nuova realizzazione.
Diocesi e parrocchia, come previsto da bando, si riservano di chiedere alcune modifiche ai progettisti assegnatari del primo premio.