Prima tappa del pellegrinaggio di ascolto, solidarietà e vicinanza in Terra Santa.
La delegazione diocesana in Terra Santa ha incontrato ieri, lunedì 22 luglio, padre Elias Tabban, parroco della chiesa di Nostra Signora della Visitazione di Zababdeh, cittadina nel nord della Cisgiordania e vicina a Jenin, a maggioranza cristiana, con cui la diocesi veronese è gemellata dal 2012.
Padre Elias ha raccontato come la scuola cattolica e le attività dell’oratorio per bambini, giovani e scout siano il cuore della vita quotidiana per 495 famiglie cattoliche che abitano a Zababdeh e nei 22 villaggi attorno. Un incontro che ha fatto respirare la fatica e la bellezza di un cristianesimo di frontiera, radicato profondamente fin dai tempi della prima chiesa di Gesù in questa terra. Infatti non si tratta di musulmani convertiti, bensì di cristiani da sempre, testimoni della Chiesa che ama e accoglie tutti, senza perdere la propria identità, custodita nel profondo del loro cuore.
È questa un’area povera, sottosviluppata e spesso trascurata, che la pandemia, e ora l’attuale situazione di guerra, ha reso ancora più fragile.