venerdì 24 novembre

Lieti nella speranza

Seconda preghiera giovani

Una cattedrale piena di persone e allo stesso tempo di silenzio orante, si è svolta la seconda preghiera giovani.

Il tema che ha accompagnato l’incontro, legato alla 38^ giornata mondiale dei giovani è stato: “Lieti nella speranza”.

Il vescovo Domenico commentando, dopo le invocazioni iniziali, il brano evangelico Luca 7,36-50 ha esordito spiegando come in esso si metta in luce la relazione tra Gesù e questa donna e la non relazione tra Simone e questa donna.

Quindi ha affermato: “Dietro la drammatica emergenza che portiamo qui – alla vigilia della giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne – non c’è semplicemente il patriarcato, il maschilismo macho, ma una qualità della relazione tra i sessi che manca”.

Ha così portato a modello questa donna che “compie un’azione scandalosa dove emergono il suo anonimato, l’unica che non dice neanche una parola, ma fa dei fatti, inconsueti e imbarazzanti; la menzione dei piedi, che sono segno del desiderio di relazione e contatto, sfidando anche l’opinione dei benpensanti pur di manifestare il suo amore per Gesù; il pianto, quasi di liberazione, perché in questo giovane Rabbi trova qualcuno che la sa guardare con rispetto; la sua libertà a prova di piombo, perché se ne infischia di quello che gli altri possono pensare di lei e la libertà di Gesù che si lascia toccare e baciare”.

Il vescovo ha poi individuato nel brano un secondo momento: “La non relazione con Simone, uomo che non capisce cosa sta succedendo dentro casa sua e pensa che Gesù se si comporta così non può essere il Messia”. Ha aggiunto a riguardo: “Siamo tutti poveri e la sessualità è figlia della povertà, perché esprime il desiderio di essere completati da un altro da sé e il bisogno di andare incontro all’altro. Tutti siamo segnati da questa radicale povertà, un limite che ci porta ad uscire e andare verso qualcuno diverso da noi”.

Infine è passato al dialogo finale tra Gesù e la donna che “è molto sincero e tenero: Gesù si sente contestato ma riconosce che a salvarla è la fede cioè l’amore, l’andare incontro a colui che ha desiderato”. Da qui un ultima sottolineatura legata al rapporto tra Gesù e le donne: “Dentro una cultura non certo loro favorevole, egli ha preferito sempre le donne, con cui è più rilassato, desidera che siano sempre con sé, partecipa alle loro sofferenze, le ascolta e sa entrare in contraddittorio con loro, tocca e si lascia toccare, si fa vicino senza volerle mai possedere; in fondo preferiva le donne perché era un uomo”.

I giovani si sono quindi regalati un tempo di silenzio e preghiera personale a partire da tre domande lasciate dal vescovo stesso:

– com’è il mio rapporto con l’altro sesso (funzionale, reciproco, tossico)?

– ho più curiosità, paura o desiderio nell’incontro con l’altro da me?

– se l’uomo e la donna sono a immagine e somiglianza di Dio nella loro reciprocità, come è Dio?

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