Da martedì 2 a venerdì 5 aprile si tiene nella Diocesi di Verona, precisamente a Bussolengo, il 38° Seminario sulla direzione spirituale a servizio dell’accompagnamento vocazionale.
Circa 120 i partecipanti da tutta Italia avranno modo di porsi in ascolto, ma soprattutto di contribuire l’un l’altro in un processo di elaborazione sul tema. Spunti di riflessione saranno dati, tra gli altri, da relatori come Lucia Vantini, don Giuseppe Toffanello, Claudia Ciotti, suor Renata Vincenzi, suor Bruna Zaltron.
Nella giornata di apertura, il vescovo Domenico Pompili ha offerto una riflessione dal titolo Il sussurro di una brezza leggera con vari riferimenti alla sua prima lettera pastorale Sul silenzio. Ha commentato: “L’invito a stare sul silenzio altro non è che l’appello a tornare al cuore della vita, a fare spazio al suo senso ultimo, a custodire il desiderio che c’è in ognuno di noi”. Quindi ha invitato all’ascolto della gente, a quello del grido di chi non ha voce, all’ascolto reciproco come stile di una chiesa sinodale; infine, ha sottolineato l’importanza di prendere sul serio il silenzio di Dio e di far proprio il silenzio su Dio spiegandolo così: “Noi credenti abbiamo spesso la bocca piena di Dio. Si direbbe che sappiamo tutto di Lui, ma Lui non è nel rumore delle nostre parole. Noi non lo costringeremo mai dentro la misura delle nostre povere parole, anche se siamo paradossalmente chiamati a pronunciarle. Dovremo però pronunciarle con pudore, quasi in punta di piedi. La verità, infatti, è che dobbiamo imparare a parlare meno di Dio e a parlare di più con Dio; dobbiamo esercitarci tutti a parlare meno e ad ascoltare di più Dio”.
La relazione di Lucia Vantini, docente tra l’altro dello Studio teologico San Zeno, ha messo in luce come “non possiamo davvero entrare in una relazione se abbiamo una sfasatura sulla temporalità e se non abbiamo abbastanza tempo per l’altro”. La questione non è fuggire da questo tempo di ansia e fretta ma, al contrario, di “immergerci in questo tempo discontinuo e scomodo, come Dio che è coinvolto e coinvolgente in questa storia, in questo tempo di ansia e paura”. Non si può cadere nella trappola della fretta nè dell’inerzia, ma si è chiamati a sincronizzarsi rispetto alle paure e alle speranze degli altri di oggi, con il tempo degli altri”.
Nella celebrazione eucaristica, celebrata nella parrocchia di Cristo Risorto, il vescovo Domenico ha sottolineato come a partire dalla Pasqua “la fede non può essere una navigazione solitaria, ma diventa una esperienza comunitaria che chiama in causa il singolo dentro una fitta trama di relazioni”. Quindi ha fatto un augurio a tutti i partecipanti: “Che ogni vocazione che nasce dal silenzio, non si traduca mai in autoisolamento ma in un vivere presso gli altri, in modo da legarsi alla terra concreta, in cui di volta in volta siamo chiamati ad annunciare il Vangelo”.
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