Si è tenuta sabato 28 ottobre nel seminario di Pordenone l’Assemblea Missionaria del Triveneto dal titolo “Quale missione e animazione siamo chiamati a vivere oggi?”, che ha avuto quasi un anno di preparazione attraverso un gruppo di lavoro espressione della Commissione missionaria regionale. Il cammino preparatorio è stato seguito da Roberto Mauri, psicologo del Centro Studi Missione Emmaus, che ha condotto i coordinatori diocesani nella preparazione di questa Assemblea che non ha avuto la forma della conferenza, ma dei gruppi di ascolto sulle 10 “intuizioni generative” emerse dai lavori preparatori diocesani.
Tra queste “una missionarietà in cordata”, ovvero il bisogno di coordinazione e di progettazione comune anche nel fare missione; “missionari si diventa”, ovvero la promozione della formazione alla missione; “custode del fratello”, ovvero il tema della mondialità e dell’intercultura; “germogli missionari”, ovvero la riscoperta di nuove forme di evangelizzazione e di annuncio; “si può fare”, ovvero le buone pratiche per una nuova missionarietà.
Al mattino sono stati ascoltati Chiara Bolzonella e Mauro Marangoni, una coppia di Padova, 5 figli, rientrati dalla missione in Kenya. Ora vivono con quattro famiglie in una casa comunitaria facendo accoglienza (la comunità Bethesda), con la consapevolezza che per cambiare bisogna avere il coraggio di chiedere aiuto, proprio come il cieco nella parabola evangelica.
Nel pomeriggio i lavori di gruppo sono stati introdotti da Roberto Mauri, il quale ha ricordato come papa Francesco ancora nel 2015 aveva parlato in un “cambio d’epoca”: quello che si faceva spesso oggi non va più bene semplicemente perché il contesto è completamente cambiato. In questa dinamica, quali sono le forme e le parole nelle quali e con le quali prende forma oggi la missione? Siamo ad un guado, ha ripetuto Mauri, sappiamo cos’era il passato, non sappiamo come sarà il futuro.
Tra le “tensioni” nell’essere missionari e nel fare animazione missionaria oggi sono state elencate: il cambio tra la comunità mandante e destinataria, “oggi vado in missione per imparare ad essere missionario al mio ritorno”; non siamo più in un’epoca di cristianità, quindi il bisogno di ri-evangelizzare.
La postura dell’annuncio, ha detto Mauri, non è quella dell’ascolto. Altra tensione: dall’apostolato (andare) al discepolato (contemplare). E poi il fidei donum, da dono per gli altri, a dono per la comunità; dalla multidiocesanità alla interdiocesanità, ovvero imparare a lavorare insieme; dalla qualità della collaborazione alla qualità della relazione; dal farsi prossimi al farsi accoglienti. Più che incontro dalle facili risposte, l’Assemblea missionaria del Triveneto ha rappresentato una tappa di un processo, come piace definirlo, che camminando, intuisce il cammino.
Fonte: cmdverona.it